Domanda: può il datore di lavoro incaricare un’agenzia investigativa per far effettuare controlli sul lavoratore dipendente, durante lo svolgimento di attività al di fuori dal luogo di lavoro?
Sì, purché si tratti di un controllo di carattere “difensivo”, intendendosi per difensivo il controllo attuato mediante agenzie investigative in ragione di un fondato sospetto del datore di lavoro circa la realizzazione di condotte illecite da parte del lavoratore.
In sostanza, secondo la Suprema Corte di Cassazione (cfr: sentenza n. 17723 del 2017 – LEGGI E SCARICA LA SENTENZA INTEGRALE), qualora il datore di lavoro dia corso – incaricando un’agenzia privata – ad indagini fuori sede (quindi al di fuori del luogo di lavoro) al fine di accertare specifiche violazioni (che ritiene siano state) poste in essere dal dipendete durante lo svolgimento di proprie mansioni, queste posso ritenersi legittime non trovando né applicazione la L. 300/1970 art. 3, 4 ed 8 né potendosi ritenere in alcun modo violata la normativa sulla privacy.
La giurisprudenza ritiene quindi tale tipologia di attività investigativa liberamente esercitabile in quanto rientrante nell’ambito del controllo difensivo da parte del datore di lavoro, poiché attuata a fronte della specifica esigenza datoriale di evitare il compimento di condotte illecite (di cui ne ha sospetto) da parte del dipendente nello svolgimento dei propri compiti.
La Suprema Corte ha in ogni caso ribadito come tali indagini difensive debbano comunque avvenire nel rispetto dei principi di non invasività, adeguatezza e proporzionalità.
Al di fuori del controllo difensivo, invece, una simile condotta da parte del datore di lavoro diventerebbe illegittima.